
Questo libro è concepito per essere uno strumento d’orientamento per chi inizia un’attività in proprio o per chi magari desidera ripensare a quella già in essere.
Gli errori
Spesso, non rendendosene conto, nella gestione quotidiana commettiamo degli errori comportamentali che possono influire negativamente sul futuro dell’azienda.
Occorrerà pertanto scoprire questi errori, analizzarli e porvi rimedio.
Alcuni degli errori comportamentali più frequenti sono i seguenti:
- l’arroccamento: quanti tra tutti i Re, Principi, Conti, Duchi, ecc., che hanno eretto castelli e fortificazioni per difendere il proprio potere e ricchezza, sono sopravvissuti agli eventi? Pochissimi, fate pure un elenco.
Caso Monte-Carlo
*********************************************Perché il principato di Monte-Carlo è sopravvissuto ed è tuttora solido e florido?
Perché non si è arroccato tra le sue mura con i suoi pochi fedelissimi, ha permesso l’ingresso di stranieri (residenti), che noi chiameremmo soci, che hanno portato ricchezza (pagando tasse), che noi chiameremmo liquidità, che hanno prodotto sviluppo (negozi, immobili, barche, banche, ecc.) che noi chiameremmo esperienza, idee e produzione.
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Risulta evidente che restare arroccati solo con le proprie convinzioni, idee, esperienze, capacità e risorse non è una strategia lungimirante. Bisognerà quindi agevolare l’ingresso di soci, oppure entrare a far parte di un gruppo che possa apportare alla nostra azienda nuova linfa sotto forma di idee, esperienze e risorse umane.
- il nanismo: è una delle conseguenze dell’arroccamento. Rimanere un’azienda di piccole dimensioni porta inevitabilmente a doversi confrontare con la concorrenza che risulterà più competitiva avendo a disposizione maggiori risorse umane qualificate e maggiori capitali disponibili.
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- Altro punto di debolezza del nanismo è la difficoltà del potere contrattuale verso clienti, fornitori, maestranze, banche e mercato in generale.
- Normalmente il nanismo, se non è riferito a una produzione di nicchia, confina l’azienda al solo territorio in cui opera, magari con espansione regionale o al massimo nazionale, restando spesso emarginati dal mercato globale internazionale.
- Sarà opportuno, dove possibile e compatibilmente con le proprie energie, cercare di sviluppare contatti e opportunità per aumentare le dimensioni aziendali al fine di aumentare il potere contrattuale e di conseguenza i profitti.
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- le decisioni strategiche: un punto di debolezza può essere il sistema decisionale all’interno di un’azienda. Questo avviene quando non si relazionano con frequenza tra loro i responsabili, oppure le decisioni sono assunte in funzione della percentuale di capitale e non a maggioranza tra il numero di soci.
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- Questo comportamento, porta i soci minoritari, o collaboratori, a rassegnarsi e a non sentirsi più coinvolti direttamente allo sviluppo dell’azienda. Così si rischia di lasciare l’organizzazione a digiuno d’idee e percezioni, non essendo assolutamente scontato che chi detiene la maggioranza delle quote sociali sia anche l’unico depositario delle giuste idee e sensazioni.
- È opportuno che tutti i soci, o responsabili, si riuniscano frequentemente e che le decisioni siano assunte con il parere di tutti i partecipanti con uguale dignità.
- Potrà accadere che non tutte le decisioni possano esser prese all’unanimità, bisognerà allora ben motivare al dissenziente la decisione presa, avendo cura di non dare l’impressione d’imporla.
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- le scuse: “non ho tempo, non sono in grado, è una cosa troppo grossa per me, so fare solo questo o quello”. Queste sono le false scuse che si devono combattere, avvalorandole ci si farà emarginare dagli eventi. Si dovrà quindi sostituire le paure ristagnanti con lucide osservazioni e analisi dei problemi e opportunità.
- non pensare in prospettiva: impegnarsi solo sul presente senza domandarsi se in futuro il prodotto, il servizio o l’idea attuale sarà ancora economicamente valido e stimolante professionalmente, può essere pericoloso. Distogliendoci dal panorama globale potremmo farci trovare impreparati ai continui mutamenti dei mercati e del macroambiente.
In considerazione del fatto che l’azienda non crea mai garanzie certe, della volatilità e volubilità dei mercati, avendo la possibilità sarebbe opportuno non focalizzarsi solo su un settore produttivo, sarebbe invece auspicabile individuare e avviare altre attività parallele che non assorbano troppe delle nostre energie.
Pensare in grande non vuole dire essere smisuratamente ambiziosi. È, al contrario, un sistema di porsi degli obiettivi ragionevolmente difficili ma attuabili, al fine di mantenere un costante livello d’adeguatezza cognitiva.